curiosità stroriche padovane  1°

I BRAVI O CAMPIONI

La Repubblica Padovana ammetteva quando un nobile, imputato di omicidio, voleva sostenere il contrario, che la lite fra lui e l'accusatore si definisse mediante un duello fra due uomini che facevano appunto tale mestiere ed erano chiamati «Campioni ». Scriveva a tal proposito l'abate Portenari nel suo aureo libro «Della felicita di Piulova» che:

 «Era antico costume della nobiltà padovana terminare le lite e le discordie nate per homicidij o per altra cagione. Ognuna delle parti eleggeva un uomo forte e gagliardo del numero dei Campioni o Bravi. Li campioni combattevano con sacchetti pieni di sabbia. Quella parte il cui campione o bravo era perdente perdeva ogni sua .ragione. A questi Campioni era determinato dalla legge un certo stipendio.

Diedero li campioni il nome a quella contrada che si chiama il Pozzo del Campione (poi via Vignali, ora Galilei), perché in quella abitavano certe famiglie che per denari tal professione facevano. Li campioni denominarono una famiglia Campion di Padova che ancora dura (cioè durava al tempo del Portenari nel 1600). ll combattimento si faceva un miglio fuori della Porta di S. Croce in un luogo nel quale perché lo steccato era rinchiuso da pertiche grandi che li Padovani chiamano Stanghe, ancor oggi e chiamato la Stanga ».

Noi aggiungiamo a questa narrazione del Portenati, che il popolo accorreva a questi duelli come a grande spettacolo, finché nel 1405 il nuovo Governo della Serenissima lo proibì, ed unici giudici restarono i Tribunali.

 

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Ignazio Sommer (Merzio)